Disegni e dipinti di Camilla Ferri
Solo in quest'ultimo decennio mi avvicino all'arte
figurativa, realizzando un vecchio sogno nel cassetto: infatti le mie
esperienze professionali si sono sviluppate in tutt'altro settore, avendo
insegnato materie tecnico-scientifiche negli istituti superiori.
Il primo incontro con l'arte avviene con il maestro
Giorgio Tosi, dal quale apprendo la
tecnica dell'acquerello: un'esperienza affascinante, dove i colori si fondono,
si dissolvono, emergono atmosfere colme di significati incompiuti.
Sarà il maestro Paolo Sighinolfi ad insegnarmi a
modellare l'argilla nei suoi aspetti tecnici e mi farà comprendere il
significato dello spazio, la ricerca dei volumi e dei piani e a dare importanza
alla “freschezza” dell'opera.
Dal maestro Marco Grimandi apprendo la tecnica del colore
ad olio e del pastello. La scuola di Grimandi mi consente di esplorare diversi
aspetti della pittura e del disegno: la tecnica della “mezza macchia”, gli
esercizi sulla composizione e il chiaroscuro, lo studio del ritratto, della
figura, della natura morta e gli scorci di paesaggio da realizzare, quando
possibile, in plain air.
I disegni, i dipinti e le sculture sono frutto del mio
impegno ma, soprattutto, dei maestri che hanno condiviso con me il loro sapere.
Camilla Ferri
La spontaneità è la grande sfida del pittore figurativo.
Rendere “ad artifizio” il carattere immediato della vita nella sua apparenza
attraverso il disegno e i colori è un compito che richiede, da parte
dell'artista, tanta maestria quanta umiltà davanti al suo soggetto.
E' in questa direzione che si muove Camilla Ferri, alla
ricerca di un linguaggio sempre più essenziale e, al contempo, suggestivo nell'evocazione della natura. Una
componente importante della sua arte è infatti il paesaggio, che appare quasi
dovunque, declinato nelle forme argentee di un albero sullo sfondo, o come
abbellimento di una scena sull'aia, o vero protagonista di un quadro campestre.
E' una continua armonia che lega l'uomo, la casa, la
natura, in una trama fatta di pennellate nervose e leggere, in cui l'estrosa
scelta cromatica non è mai fine a se stessa: modulata in verde giada, smorzata
in indaco, la sua tavolozza evoca puntualmente un giardino, un torrente,
un'abbagliante luce estiva.
Si avverte una simpatia, un amore per la scena “di
genere”: ogni tela è infatti l'istantanea di un mondo vitale e quotidiano che
Camilla ha davanti agli occhi e che accoglie in una pittura sapiente senza
intellettualismi, virtuosa senza ostentazione, sincera.
Verità e bellezza sono sotto i nostri occhi: all'artista
il compito di farcele vedere.
Marco Grimandi