Opere in legno
di

LUCIANO BANDIERI
FRANCO FERRARI
AGNESE GUIDOTTI
MARIO POLETTI

Dal 18 Marzo al 2 Aprile
2017
Inaugurazione Sabato 18 Marzo 2017 alle ore 16


Mostra di Erio Baracchi & Luigi Lorenzi


Erio Baracchi, pittore e grafico, è nato a Modena, dove ha seguito gli studi artistici e ove a tutt'oggi risiede.
Il suo iter è segnato dall'esperienza nell'ambito dell'industria d'avanguardia a cui associa, dal 1961 al 1980, l'insegnamento di discipline artistiche nelle scuole statali. "Poeta del futuribile" e innovatore nei contenuti, egli parte dalla già affermata era tecnologica per avvallare simboli che vanno oltre il contingente, attingendo ai caratteri di una planetarietà che è unico modello culturale possibile nel futuro dell'uomo. Dopo il suo esordio alla IV Mostra nazionale del disegno e dell'incisione moderna a Reggio Emilia si contano oltre 300 mostre fra personali e collettive. Dal 1960 espone con cadenza quasi annuale a Milano, città centro della sua formazione artistica. Partecipa per invito a mostre internazionali: Zurigo (1965); Timisoara (1975); Londra (1979); Southport e Liverpool (1980) Mostra itinerante degli artisti modenesi in Germania (1983-84); Barcellona (1995-96). Queste le partecipazioni italiane: Bologna (1974); Torino (1976); Roma (1984)....
Tra i numerosi riconoscimenti vanno ricordati la segnalazione "Bolaffi" (1976 e 1983) nonchè quella recente nel catalogo Italia in Giappone. I due Rinascimenti, Tokyo 2002.

"Un forte senso di spaesamento coglie chi si pone dinanzi all'opera di Erio Baracchi: Il lessico originale e penetrante che connota lo stile dei suoi quadri, nutrito dalla sua passione per la tecnologia....attinge alle regole della geometria, della simmetria bilaterale; un linguaggio "tecnologico" dunque, governato da forme rigorosamente razionaliste, sapientemente impiegato per scandagliare gli aspetti più intimi e profondi dell'essenza umana...."
                                                                                                            Chiara Felicetti 


Luigi Lorenzi è nato a Pianoro di Lama Mocogno (MO). Vive e lavora a Serramazzoni.
A partire dalla fine degli annia settanta inizia una ricerca nella scultura, realizzando in pietra arenaria di fiume "forme chiuse" per rappresentare sentimenti come la solitudine, il raccoglimento e la meditazione.  Alla metà degli anni ottanta passa alla "forma aperta": sono sculture prevalentemente in legno, slanci che rappresentano la voglia di comunicare e anticiperanno la fase successiva dei "dialoghi".
Seguirà un lungo periodo di riflessione nel quale "il tempo" è l'elemento di maggior interesse e sarà fonte di ispirazione per molti lavori. "Le forme astratte" hanno da sempre interessato la sua ricerca, ma è a questo punto che diventano fondamentali, per cui realizza prevalentemente sculture che possono essere inserite nel mondo dell'astrazione.
Il lavoro di Lorenzi può essere letto per fasi, ma non si può parlare di periodi anchilosati, piuttosto come ha giustamente scritto Paolo Donini :"... le singole sculture sono immesse in lavorazioni cicliche di una medesima e sfaccettata istanza espressiva..."

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Enzo Nenci, scultore e Teresa Noto

Enzo Nenci è nato a Mirandola nel 1903, dove il padre Giuseppe maestro di musica dirigeva la Filamornica Comunale portandola a vincere diversi concorsi bandistici nazionali a Milano, Ravenna, Ferrara, dove la sua famiglia si era trasferita. Il giovanissimo scultore dopo aver frequentato a Firenze il magistero dello scultore Liberty Ezio Ceccarelli e a Roma lo studio dello scultore monumentalista Arnaldo Zocchi, partecipava nel 1925 e nel 1926 alle Mostre Regionali Emiliano-Romagnole di Ferrara , dove esponevano altri importanti maestri modenesi. Il successo ottenuto gli procurava diverse commissioni di opere pubbliche e la partecipazione ad altre importanti mostre, alle quali concorrevano le migliori personalità artistiche del secolo passato (Boldini, Mentessi, Funi, De Pisis..) Dopo il bombardamento dello studio di Ferrara che annullò molte sue opere, si trasferiva prima a ponte San Pietro di Bergamo, entrando in contatto con l'ambiente culturale milanese dell'immediato dopoguerra, poi a Mantova dove ha operato per un quarto di secolo, vincendo concorsi e partecipando a molteplici occasioni espositive. Dopo la sua scomparsa gli sono state dedicate una ventina di mostre antologiche curate in prestigiosi musei e gallerie pubbliche (1983-Palazzo Te, Mantova; 1984-Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1997-Casa del Mantegna, Mantova; 2005-Novegro, Milano; ecc...) presentate da eminenti storici dell'arte (R.Bossaglia, C.Bertelli, V.Sgarbi, L.Magagnato, A.Trombadori, E.Zanella, ecc...). Il Comune di Mirandola ha ricordato Enzo Nenci con alcune importanti mostre, la prima, "Enzo Nenci, sculture 1921-1958" nel 1987, curata da Paolo Fossati e Cristina Mundici, seguita dalla mostra "Enzo Nenci, Retrospettiva", curata in collaborazione con la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate (GAMA) e il Museo Virgiliano di Mantova, con la supervisione storica di Luciano Caramel, infine nel 2009 con la mostra "Enzo Nenci il linguaggio della scultura" curato al Castello del Pico. A Modena si deve alla conoscenza di Michele Fuoco l'inserimento di Enzo Nenci nelle bella mostra "Pittori e Scultori modenesi tra '800 e '900" da lui curata nel 1999 al Centro Studi L.A.Muratori. Sue opere sono conservate in diversi musei nazionali.

Teresa Noto vive e lavora a Correggio Micheli nel Parco del Mincio. Al suo attivo si contano numerose mostre personali in prestigiosi musei e gallerie pubbliche tra le quali vanno menzionate : 1991, Mitologie, Palazzo Ducale di Mantova curata da F Bartoli; 1994, Opere 1983-1993, Antico Castello sul Mare di Rapallo; 1995 Icolori dell'anima, Complesso di Sant'Agostino, Pietrasanta (Lucca), Galleria Comunale di Spoleto con catalogo curato da F.Monteforte e A.Andreotti; 1999 Le geometrie dello spirito, Palazzo Ducale di Mantova, presentazione di M. Corradini; 2005 Assonanze, Fashion District di Mantova, presentazione V. Sgarbi; 2006 Invito a Palazzo, Fondazione BAM-Mps e Palazzo Strozzi di Mantova, presentazione di G. Cassini; 2009 Energia Contemporanea, Castello del Pico, Mirandola di Modena, presentazione di A.Andreotti e G. Ziroldi. Tra le mostre collettive spiccano : 1994, Italian Influences, 1997 Art for Art's Sake, Sylvia Achmidt Gallery, New Orleans, Louisiana, USA; 1999 L'Apocalisse di San Giovanni, Palazzo Ducale di Mantova; 2000 Arte a Mantova 1959-1999, a cura di C. Cerritelli e B. Bandini, Palazzo Ducale di Mantova; 2005 La nemica del cuore, ovvero le 12 Veneri, a cura di R. Roda e F. Geronimi, Bondeno; Artisti Generazione Anni Quaranta, Museo delle Generazioni, Pieve di Cento; 2009 Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea-Premio Sulmona 2009, Polo Museale Civico, Sulmona (L'Aquila); 2010 Acquisizioni 2010, Civico Museo Parisi-Valle, Maccagno (Varese); 2010 XIV Biennale d'Arte Sacra Contemporanea 2010, Museo d'Arte Sacra Contemporanea-Isola del Gran Sasso (Teramo), presentata in catalogo da G. Di Genova.

"...L'arte della Noto è un modo di intendere la materia come fonte primaria di qualunque espressione artistica. Tutto parte dalla materia, dalle potenzialità che essa contiene; non esiste l'artista-demiurgo, l'inventore dal nulla, esiste invece l'artista maieuta, che asseconda la materia, la legge, la interpreta, stabilisce un rapporto vitale con essa, senza mai dimenticarsi di considerarla come "Grande Madre".
La materia è l'essenza della natura, e porsi in rapporto con essa vuol dire instaurare un rito simbolico attraverso il quale l'uomo ricerca classicamente il proprio equilibrio con la natura. Il senso della propria esistenza e della propria dignità di essere pensante all'interno di qualcosa di così straordinariamente vasto e apparentemente imperscrutabile. La Noto si specchia nella materia anche quando sembra stravolgerla, modificarla in modo arbitrario, troppo personale. In realtà qualunque manipolazione è lecita se diventa a sua volta espressione.
La comprensione del mondo non è qualcosa che può ricadere solo nella fredda razionalità, è un sentimento che genera la poesia delle cose, derivata dalla convinzione che il significato primo possa essere non quello del calcolo matematico, ma dell'intuizione lirica. E' questo il contributo che l'artista Teresa Noto può dare alla nostra vita....)

Vittorio Sgarbi

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