Opere in legno
di

LUCIANO BANDIERI
FRANCO FERRARI
AGNESE GUIDOTTI
MARIO POLETTI

Dal 18 Marzo al 2 Aprile
2017
Inaugurazione Sabato 18 Marzo 2017 alle ore 16


"C'era una volta la scuola...a Vignola (e dintorni)


Quando una cartella di cartone....

"...voglio una bella scrittura!"
"...voglio che non dimentichiate le doppie!"
"...mi raccomando: nessuno confonda la Q con la C!"

Ancora, nella memoria fantasiosa degli anziani, si ode la voce autoritaria della maestra echeggiare dalla platea rialzata in uno stanzone disadorno in cui soltanto i banchi rigorosamente allineati, una carta geografica gigante, un crocefisso ed una lavagna difendevano la dignità della Scuola.
Può accadere oggi che una stinta fotografia, richiamando stagioni perdute, ci faccia camminare a ritroso in quel microcosmo di grembiulini neri, calamai di vetro opaco, pagine macchiate d'inchiostro e quaderni con le "orecchie".
Quando gli scolari all'unisono recitavano le tabelline...quando la voce solista dell'insegnante impegnata al dettato riempiva il silenzio perfetto, si viveva in un'altra dimensione affettiva.
Era meglio?
Era peggio?
Senza imboscarci in analisi complesse, crediamo tuttavia sia difficile, davanti a questi "segni scolastici" offerti con levità e con semplicità da tanti Vignolesi, rinunciare ad un piccolo sogno degli occhi e del cuore.
Certo senza ammalrsi di nostalgia, ma con la consapevolezza che nel mosaico variegato del domani non possono mancare le tessere dell'oggi e di ieri.

                                                                   PierLuigi Albertini

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Mostra di Erio Baracchi & Luigi Lorenzi


Erio Baracchi, pittore e grafico, è nato a Modena, dove ha seguito gli studi artistici e ove a tutt'oggi risiede.
Il suo iter è segnato dall'esperienza nell'ambito dell'industria d'avanguardia a cui associa, dal 1961 al 1980, l'insegnamento di discipline artistiche nelle scuole statali. "Poeta del futuribile" e innovatore nei contenuti, egli parte dalla già affermata era tecnologica per avvallare simboli che vanno oltre il contingente, attingendo ai caratteri di una planetarietà che è unico modello culturale possibile nel futuro dell'uomo. Dopo il suo esordio alla IV Mostra nazionale del disegno e dell'incisione moderna a Reggio Emilia si contano oltre 300 mostre fra personali e collettive. Dal 1960 espone con cadenza quasi annuale a Milano, città centro della sua formazione artistica. Partecipa per invito a mostre internazionali: Zurigo (1965); Timisoara (1975); Londra (1979); Southport e Liverpool (1980) Mostra itinerante degli artisti modenesi in Germania (1983-84); Barcellona (1995-96). Queste le partecipazioni italiane: Bologna (1974); Torino (1976); Roma (1984)....
Tra i numerosi riconoscimenti vanno ricordati la segnalazione "Bolaffi" (1976 e 1983) nonchè quella recente nel catalogo Italia in Giappone. I due Rinascimenti, Tokyo 2002.

"Un forte senso di spaesamento coglie chi si pone dinanzi all'opera di Erio Baracchi: Il lessico originale e penetrante che connota lo stile dei suoi quadri, nutrito dalla sua passione per la tecnologia....attinge alle regole della geometria, della simmetria bilaterale; un linguaggio "tecnologico" dunque, governato da forme rigorosamente razionaliste, sapientemente impiegato per scandagliare gli aspetti più intimi e profondi dell'essenza umana...."
                                                                                                            Chiara Felicetti 


Luigi Lorenzi è nato a Pianoro di Lama Mocogno (MO). Vive e lavora a Serramazzoni.
A partire dalla fine degli annia settanta inizia una ricerca nella scultura, realizzando in pietra arenaria di fiume "forme chiuse" per rappresentare sentimenti come la solitudine, il raccoglimento e la meditazione.  Alla metà degli anni ottanta passa alla "forma aperta": sono sculture prevalentemente in legno, slanci che rappresentano la voglia di comunicare e anticiperanno la fase successiva dei "dialoghi".
Seguirà un lungo periodo di riflessione nel quale "il tempo" è l'elemento di maggior interesse e sarà fonte di ispirazione per molti lavori. "Le forme astratte" hanno da sempre interessato la sua ricerca, ma è a questo punto che diventano fondamentali, per cui realizza prevalentemente sculture che possono essere inserite nel mondo dell'astrazione.
Il lavoro di Lorenzi può essere letto per fasi, ma non si può parlare di periodi anchilosati, piuttosto come ha giustamente scritto Paolo Donini :"... le singole sculture sono immesse in lavorazioni cicliche di una medesima e sfaccettata istanza espressiva..."

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Enzo Nenci, scultore e Teresa Noto

Enzo Nenci è nato a Mirandola nel 1903, dove il padre Giuseppe maestro di musica dirigeva la Filamornica Comunale portandola a vincere diversi concorsi bandistici nazionali a Milano, Ravenna, Ferrara, dove la sua famiglia si era trasferita. Il giovanissimo scultore dopo aver frequentato a Firenze il magistero dello scultore Liberty Ezio Ceccarelli e a Roma lo studio dello scultore monumentalista Arnaldo Zocchi, partecipava nel 1925 e nel 1926 alle Mostre Regionali Emiliano-Romagnole di Ferrara , dove esponevano altri importanti maestri modenesi. Il successo ottenuto gli procurava diverse commissioni di opere pubbliche e la partecipazione ad altre importanti mostre, alle quali concorrevano le migliori personalità artistiche del secolo passato (Boldini, Mentessi, Funi, De Pisis..) Dopo il bombardamento dello studio di Ferrara che annullò molte sue opere, si trasferiva prima a ponte San Pietro di Bergamo, entrando in contatto con l'ambiente culturale milanese dell'immediato dopoguerra, poi a Mantova dove ha operato per un quarto di secolo, vincendo concorsi e partecipando a molteplici occasioni espositive. Dopo la sua scomparsa gli sono state dedicate una ventina di mostre antologiche curate in prestigiosi musei e gallerie pubbliche (1983-Palazzo Te, Mantova; 1984-Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1997-Casa del Mantegna, Mantova; 2005-Novegro, Milano; ecc...) presentate da eminenti storici dell'arte (R.Bossaglia, C.Bertelli, V.Sgarbi, L.Magagnato, A.Trombadori, E.Zanella, ecc...). Il Comune di Mirandola ha ricordato Enzo Nenci con alcune importanti mostre, la prima, "Enzo Nenci, sculture 1921-1958" nel 1987, curata da Paolo Fossati e Cristina Mundici, seguita dalla mostra "Enzo Nenci, Retrospettiva", curata in collaborazione con la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate (GAMA) e il Museo Virgiliano di Mantova, con la supervisione storica di Luciano Caramel, infine nel 2009 con la mostra "Enzo Nenci il linguaggio della scultura" curato al Castello del Pico. A Modena si deve alla conoscenza di Michele Fuoco l'inserimento di Enzo Nenci nelle bella mostra "Pittori e Scultori modenesi tra '800 e '900" da lui curata nel 1999 al Centro Studi L.A.Muratori. Sue opere sono conservate in diversi musei nazionali.

Teresa Noto vive e lavora a Correggio Micheli nel Parco del Mincio. Al suo attivo si contano numerose mostre personali in prestigiosi musei e gallerie pubbliche tra le quali vanno menzionate : 1991, Mitologie, Palazzo Ducale di Mantova curata da F Bartoli; 1994, Opere 1983-1993, Antico Castello sul Mare di Rapallo; 1995 Icolori dell'anima, Complesso di Sant'Agostino, Pietrasanta (Lucca), Galleria Comunale di Spoleto con catalogo curato da F.Monteforte e A.Andreotti; 1999 Le geometrie dello spirito, Palazzo Ducale di Mantova, presentazione di M. Corradini; 2005 Assonanze, Fashion District di Mantova, presentazione V. Sgarbi; 2006 Invito a Palazzo, Fondazione BAM-Mps e Palazzo Strozzi di Mantova, presentazione di G. Cassini; 2009 Energia Contemporanea, Castello del Pico, Mirandola di Modena, presentazione di A.Andreotti e G. Ziroldi. Tra le mostre collettive spiccano : 1994, Italian Influences, 1997 Art for Art's Sake, Sylvia Achmidt Gallery, New Orleans, Louisiana, USA; 1999 L'Apocalisse di San Giovanni, Palazzo Ducale di Mantova; 2000 Arte a Mantova 1959-1999, a cura di C. Cerritelli e B. Bandini, Palazzo Ducale di Mantova; 2005 La nemica del cuore, ovvero le 12 Veneri, a cura di R. Roda e F. Geronimi, Bondeno; Artisti Generazione Anni Quaranta, Museo delle Generazioni, Pieve di Cento; 2009 Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea-Premio Sulmona 2009, Polo Museale Civico, Sulmona (L'Aquila); 2010 Acquisizioni 2010, Civico Museo Parisi-Valle, Maccagno (Varese); 2010 XIV Biennale d'Arte Sacra Contemporanea 2010, Museo d'Arte Sacra Contemporanea-Isola del Gran Sasso (Teramo), presentata in catalogo da G. Di Genova.

"...L'arte della Noto è un modo di intendere la materia come fonte primaria di qualunque espressione artistica. Tutto parte dalla materia, dalle potenzialità che essa contiene; non esiste l'artista-demiurgo, l'inventore dal nulla, esiste invece l'artista maieuta, che asseconda la materia, la legge, la interpreta, stabilisce un rapporto vitale con essa, senza mai dimenticarsi di considerarla come "Grande Madre".
La materia è l'essenza della natura, e porsi in rapporto con essa vuol dire instaurare un rito simbolico attraverso il quale l'uomo ricerca classicamente il proprio equilibrio con la natura. Il senso della propria esistenza e della propria dignità di essere pensante all'interno di qualcosa di così straordinariamente vasto e apparentemente imperscrutabile. La Noto si specchia nella materia anche quando sembra stravolgerla, modificarla in modo arbitrario, troppo personale. In realtà qualunque manipolazione è lecita se diventa a sua volta espressione.
La comprensione del mondo non è qualcosa che può ricadere solo nella fredda razionalità, è un sentimento che genera la poesia delle cose, derivata dalla convinzione che il significato primo possa essere non quello del calcolo matematico, ma dell'intuizione lirica. E' questo il contributo che l'artista Teresa Noto può dare alla nostra vita....)

Vittorio Sgarbi

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Opere di Loris Roncaglia e Ermanno Vecchi



Loris Roncaglia, nato a Modena nel 1952, vive e lavora a Corlo di Formigine. Di professione restauratore di architetture storico-artistiche, è specializzato nella lavorazione dei materiali plastici per ornati e decorazione a rilievo. Inizia a lavorare la terracotta nel 1989 seguendo un corso presso lo studio del prof. Giovanni Ferrari di Pavullo. Da allora ha partecipato a varie mostre collettive e personali:
1993, Piacenza, Premio Nazionale "Comune di Grapparello"; 1994, Personale al Castello di Sestola; 1999, Premio Città di Modena, secondo classificato; 2000, Trofeo "Città di Modena", primo premio; 2005, Sassuolo, Galleria d'arte teatro Carani; 2006 collettive : Castello di Guglia, Trento; 2007 collettive: San felice S.P., "Fierarte" Modena, Pievepelago; 2008, Montefiorino "arte in rocca"; Cuneo, Galleria "Arte Pozzo", Copenaghen "Italiarts"; 2009, Personale Fiera di Modena; 2010, Personale Campogalliano.


"Dinanzi alle sculture in terracotta patinata di Loris Roncaglia si avverte il fascino discreto della scultura antica, della stauaria, nel primitivismo delle sagome, dei volti sintetici, nelle anatomie essenziali....osservati con assiduità appassionata, cui non è estranea la formazione di restauratore di strutture e decorazioni plastiche. Siamo alle prese con esemplari fittili che rivelano consumata abilità tecnica..."

Ermanno Vecchi è nato nel 1947 a Formigine.
Si è avvicinato istintivamente alla pittura attorno ai trent'anni. Ha frequentato vari corsi di pittura che lo vedono impegnato in nuove sperimentazioni tecniche, collegate a nuove ricerche.
E' aderente al Gruppo Arte & Cultura di Fiorano Modenese e al Gruppo "Amici dell'Arte" di Vignola. Espone e lavora presso il suo studio a Formigine. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali:
1996, Nonantola, Chiesa del Voto; 1997, Modena, Chiesa di San Faustino; 1998, Fiorano Arte & Cultura; 1999, Formigine, Collettiva di Settembre; 2000, Arceto (RE) Castello Fiera; 2004, Scandiano, Serate Culturali; 2005, Serramazzoni, Galleria Esposizione; 2006, Sassuolo; 2010, Vignola, Salotto "L.A. Muratori".

"Ermanno Vecchi si esprime ora, sia a spatola che a pennello, utilizzando colori a olio dai toni decisi che producono eccellenti figure o personaggi che, da sempre, ha avuto nel suo intimo e dei quali coltiva una fulgida memoria...L'arte di Vecchi è quella di un artista che "distingue" mediante il confronto che poi "coltiva" nella sua memoria...."

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Emozioni..?



Il Salotto del Muratori
presenta
le opere dei giovani artisti

Emma Balugani
Alice Beccati
Jenny Bussoli
Davide Fraulini
Mechiel Fulo
Alice Galli
Giulia Manzini
Simone Miani
Valentina Pascarella
Marco Sirotti
Elena Schirinzi
Claudio Vecchi

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"Collettiva di Settembre"

Il Salotto del Muratori
presenta
le opere degli artisti :
Angelo Baldaccini
Paolo Bernardi
Renzo Bruzzi
Maria Fantini
Eva Barbara Konopka
Gilberto Gallerani
Maria Augusta Isaija
Margherita Costanzini
Nicola Migliore
Rosetta Elegibili
Luciano Malmusi

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Come ogni anno,
al termine dei corsi dell'Università N. Ginsburg di Vignola,
il Salotto del Muratori, ospita la Mostra conclusiva dei corsi.
Saranno esposti i lavori del corso di Tessitura d'Arazzo, tenuto
dall'artista Adriana Puppi,
e il corso di Fotografia, tenuto
dal fotografo professionista Francesco De Marco.

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I dipinti di O. Pini - L.Silvestri - C.A.Turchi


Onelio Pini (05/03/1949 - 19/10/1997), laureato in Storia e Filosofia, ha diviso la sua esistenza tra il lavoro, le ricerche (con pubblicazioni in particolare di storia locale) e la pittura.
Prima di tutto, però, i valori basilari della vita, gli affetti, l'attenzione e la simpatia per il genere umano.

"..nei piccoli dipinti-acquerelli e china, Onelio ha voluto rappresentare la gente semplice della campagna ai tempi della sua infanzia, la fatica del lavoro quotidiano, le donne, i giochi dei bambini, gli amici che si riposano davanti a un bicchiere di vino....Interessanti i dipinti ad olio: eseguiti con tecnica originale, evidenziano un mondo essenziale reso suggestivo dai rossi tramonti, dalle penombre della sera e dalle notti di plenilunio. I colori forti e cupi sono attraversati da un fascio di luce intensa che illumina la scena avvolgendola in atmosfera magica fatta di calma irreale e di speranza...."


Lauro Silvestri è nato a Marzaglia (MO) nel 1941. Vive e lavora a Vignola, ed è una presenza storica tra gli Amici dell'arte. Autodidatta, ama l'arte e la poesia, la pace e la tolleranza e nelle sue opere si avverte la tensione di chi sente che la realtà spesso si discosta dai suoi ideali.

"....Lauro è una persona estremamente sensibile, e quando riesce a trasferire sulla tela, o nelle parole di una poesia, i sentimenti che si agitano in lui, è in grado di costruire fragili capolavori, al di fuori degli schemi che spesso condizionano gli artisti....Magici momenti in una natura che ti avvolge, in angoli di passato ricreati con profonda partecipazione...."


Carlo Alberto Turchi, nato a Pola nel 1943, ha vissuto prima a Carpi poi a Modena, ove vive e lavora. Ha mostrato fin da piccolo la sua predilezione per il disegno e per tutto ciò che è rappresentato con inchiostri, colori, matite e pennelli. Si è dedicato con notevoli soddisfazioni al settore delle pubblicazioni grafico-letterarie e successivamente alla pittura a olio, affascinato dalla "modernità" dei grandi impressionisti.

"...avendo per tanti anni di professione "la grafica nel sangue", dipingo per istinto in maniera realistica, con l'intento di rappresentare la "nostra terra", con motivi pittorici che in qualche modo si accostano al clima e alle situazioni di quelle grandi opere piene di luce e di atmosfere particolari...."

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I dipinti di Lelio Brighenti



Lelio Brighenti è nato nel 1951 a Modena, dove risiede.
Nel 1974 si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna.
Ha allestito numerose mostre personali e collettive. Dipinge con continuità dal 1985, Galleria Jacopo barozzi (Vignola) 1978; Salotto L.A. Muratori (Vignola) 1991; Sala Comunale di Sestola, 1992; Centro Culturale di Soliera 1994; La Torre (Castelnuovo R.) 1995; Sala Picasso e Van Gogh, grande colletiva natalizia (Lido degli Estensi); Villa Boschetti (S.Cesari) 1996; Villa Fabriani (Spilamberto) 1999; Libreria Feltrinelli (Modena) 2000; Caffè dell'Orologio, (Modena) 2001; Il Paradisino, (Modena) 2004; Il Campanon (Guastalla, RE) 2004; "La magia del colore" Centro Culturale di Marano sul Panaro, 2004; "Città e campagna", Il conventino, Guiglia, 2004; "Galleria del Borgo" Vignola, 2006.

".....mira all'equilibrio della composizione l'opera di Lelio Brighenti, una composizione fatta non tanto di oggetti, quantodi figure umane, perchè all'artista modenese interessa la realtà dell'uomo, nella sorpresa del "montaggio" del quadro, secondo meccanismi di composizione che sembrano travolgere l'immagine. Nelle opere viene delineato un mondo anche affettivo, e avverano il carattere di sognatore dell'artista, che conosce l'intimità e la serietà del suo lavoro. Tutto sembra essere vissuto con segreto piacere per la capacità di saper controllare l'enigma della deformazione di un corpo umano o di una cosa che non acquista mai un carattere espressionista, perchè conserva una quieta temperatura timbrica che sostiene il carattere di rievocazione, di memoria, di sentimento....."

Michele Fuoco

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"Pensieri tra le nuvole" opere di Enrico Manelli


Enrico Manelli nasce a Modena nel 1946, dove frequenta la sezione di ceramica dell'Istituto d'Arte "A. Venturi" presso cui si diploma. Prosegue gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove segue i corsi di Scenografia, materia in cui diventa, giovanissimo, docente.
Seguendo la sua grande passione per la pittura tiene la sua prima personale presso la Galleria "Secchia" a Modena, realizza numerose scenografie per il "Teatro Stabile di Bologna" ed "Il Piccolo" di Milano.
E' fra i fondatori del Collettivo di Scenografia con cui inizia i lavori presso il teatro "La Ribalta"; collabora e progetta lavori per molti gruppi teatrali sperimentali, anche stranieri.
Nel 1973 inizia l'importantissima intesa creativa con Giogio Celli, con cui, insieme a Gianfranco Ferri, progetta lo spettacolo L'Inconscio Cibernetico allestito presso l'Espace Pierre Cardin a Parigi, e replicato a Bologna. L'incontro con Celli, pietra miliare nel suo processo evolutivo, prosegue con Il sonno dei Carnefici, rappresentato al Festival dei due Mondi di Spoleto.
Nel 1976 realizza le scene di uno spettacolo musicale di Lucio Dalla.
Negli anni successivi torna alla pittura, invitato in numerose mostre (Piazze del Centro Storico, Modena; Metafisica del Quotidiano, presso la Galleria di Arte Moderna di Bologna; Un percorso per Alice, Galleria Fotografis, Bologna.
Nel 1979 riapproda al cinema, realizzando le scene per il film Chiedo Asilo, di Marco Ferreri. Nel corso dello stesso anno prende parte alle esposizioni dell'Opera dei Celebranti, curate da Franco Solmi e Marilena Pasquali (Modena, Ancona, Piacenza, Pisa, Bari e Taranto).
Nel 1980 compare con la sua antologica alla Galleria Civica di Modena, a Ferrara e a Grosseto, Magazzino del sale "ovunque a cavallo" a cura di G.Celli.
A partire dal 1985 si occupa di numerose scenografie televisive e celebrazioni per il IX centenario dell'Università di Bologna. Nel 1992 cura gli allestimenti per Gli uomini delle Caravelle (EXPO di Genova, Valencia) e La Fiera delle Due Americhe (Strasburgo). Nel 2004 ha presentato una sua antologica presso il Castello di Spezzano. Nel 2005, a cura di C. Federico Teodoro è invitato alla Biennale del muro dipinto, Dozza Imolese, a Pesaro I Mecenati a cura di M. Pasquali, Meldola Forlì "La città e il suo doppio" a cura di Andrea Emiliani.
A tutt'oggi insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna ed ha diretto l'Accademia di Belle Arti di Ravenna.


.....Enrico Manelli è stato definito un uomo rinascimentale, un eclettico per cui tutti i campi del sapere artistico debbono essere conosciuti e approfonditi. Ogni sua espressione artistica è compendiata dalla sua profonda conoscenza degli spazi, dei respiri e delle ampiezze, su cui gioca e che rielabora, creando, a volte ludiche e artificiose ambientazioni ma spesso, anche, tormento e tensione in chi guarda. E' l'uomo artefice del proprio destino, l'uomo creativo e creatore da un lato, che ogni tanto, con sconcerto, ne è vittima e ne scruta il volere, come chi guarda le nuvole chiedendosi che tempo farà, e mostrando a tutti umanità e vulnerabilità.....

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i dipinti di Cesare Cioni



Cesare Cioni vive e lavora a Maranello (MO), ove è nato nel 1938.
Le sue opere sono il risultato di una pratica pittorica paziente ed appartata, dove ha saputo proporsi, negli anni, con nuovi stimoli, riscuotendo interesse e simpatia con lo sguardo del pubblico.
Autodidatta, ha fatto del realismo la sua passione pittorica.
Fa parte dei circoli artistici di Fiorano e Vignola. Ha partecipato a numerose mostre collettive, vincendo nel 2004, a Maranello, il concorso per la migliore "Rossa" dipinta.

.....Egli spazia dai grandi cesti di fiori a diversi personaggi, tra i quali la figlia e la nipotina.
Il tessuto formale è tale da dare subito il valore di concretezza alle cose e alle figure che sono particolarmente riconoscibili.

Michele Fuoco

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"L'Arte è Mobile" di Moira Stefani


Moira Stefani nasce nel 1980 a Vignola. Nel 2000 si diploma in Design e Comunicazione presso l'Università del Progetto di Reggio Emilia.
Nel 2001 vince il 2° premio al concorso internazionale di Eco-design indetto dal Consorzio Casa Toscana di Pisa, rilasciato in occasione del Salone del Mobile di Milano.
Dal 2001 sono diverse le collaborazioni: Arch. Paolo de Lucchi (PD) nella progettazione di corpi illuminati, Arch. Pier Federico Caliari nella progettazione di letti prodotti da Eco&co di Annone Veneto (VE) e nella partecipazione alla mostra "Light Areas" presso il Museo della Scienza e della Tecnica a Milano, it Frames nella progettazione di negozi, Arch. Fabio Bortolani dove ha continuato a interessarsi di interni e di design. Nel 2000 partecipa al Festival della Filosofia (MO), nel 2003 progetta e dirige i lavori nella realizzazione del bar estivo "Imago cafè" in Vignola e nel2004 inizia una lunga esperienza nell'edilizia che la riconosce come responsabile tecnico di una nota impresa edile modenese.

Moira Stefani. Chaise longue a dondolo "Sogno di ritornare bambino", 2001.
2° premio al concorso internazionale di eco-design indetto dal Consorzio Casa Toscana di Cascina (PI), rilasciato al Salone del Mobile di Milano.

"Una forma semplice quanto bizzarra accoglie il fruitore che avesse intenzione di sprofondare tra le braccia di questa sedia a dondolo. Stefani si avvale con spontaneità di una linea morbida, immediata ed evocativa della dimensione dell'infanzia e che non manca di suscitare nello spettatore la comodità e il calore di un abbraccio materno.

".....da qui l'idea di creare una sedia dondolo che, sia nella forma sia nella funzione convergessero verso questo obiettivo; infatti la forma s'ispira alla posizione dell'uomo sdraiato pronto a "cullare" l'altro che si proietta, per il momento in una dimensione passata, l'infanzia, facendosi dondolare proprio come la mamma fa con il suo bambino..."

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Ermanno Covili



Ermanno Covili
nasce a Pavullo nel 1965. Fin da piccolo spicca la nota creativa e fantasiosa nel disegno a mano libera, valorizzato e messo in risalto dall'insegnante e pittore pavullese Maurizio Carloni.
Dopo i lavori a china su cartoncino nasce l'interesse per la pittura ad olio, prima semplici paesaggi di natura agreste, poi sempre più ricchi di particolari, fino ad integrare il disegno con la scultura.
Qui è importante l'incontro con Azeglio Babbini, il quale ha dato un impronta stimolante per nuove tecniche per la manipolazione della creta.
I quadri raffigurano un mondo silenzioso in un fermimmagine di vita, di pensieri, di sensazioni, di paure e di gioie. La raffigurazione dei volti senza occhi rappresenta tutto ciò che l'uomo vede, ma senza essere visto e basta saper ascoltare per percepire le vibrazioni dell'essere, in un apparire e scomparire fra sfondi dorati di tappezerie cerchiate. Un voler essere tutt'uno con l'ambiente che lo circonda, quell'ambiente da cui l'artista trae spunto per rappresentare le sue opere.
Dopo numerose esposizioni in manifestazioni pubbliche, nell'autunno del 2003 Ermanno Covili espone la sua prima mostra integrale nella fonoteca del Palazzo Ducale di Pavullo, entrando nella sfera dei nuovi artisti emergenti.

"Entrare in un sogno è quello che voglio trasmettere: pura fantasia con un pizzico di realtà quotidiana. Questo serve per accedere a una dimensione totalmente fuori da ogni logica, ma con una profonda riflessione.
Entrando in questo mondo si apre una porta alquanto sconosciuta: ma chiunque si può immedesimare per percepire forti emozioni, oppure totale indifferenza.
Tutti hanno un proprio "io" che stimolato può riservare inaspettate sensazioni".

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Ewa Barbara Konopka & Giuliano Soragni


Ewa Barbara Konopka nata a Mlawa (Polonia), vive e lavora a Guiglia (MO).
Ha compiuto gli studi presso l'
istituto di Divulgazione Culturale di Olsztyn (Polonia) e presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Bologna. Ha conseguito il diploma di Stilista di moda a Milano e l'attestato di "Computer graphics per il prodotto di moda" collaborando come pubblicitaria presso una TV locale.
Da alcuni anni dipinge e disegna. Ha realizzato vernissage in Polonia nelle sale espositive "Agorà" di Olsztyn, nella galleria del castello "Pod Belka" a Nidzica, nelle sale espositive del Museo di Szczytno. La sua mostra "L'ora inquietante", dedicata al 70° anniversario dello scoppio della guerra, sarà esposta nella galleria del presidente di voivodato a Olsztyn. Nel 2009 ha esposto a Wilno, in Lituania.
Ewa, affascinata dall'interpretazione del movimento e dalla dinamica nell'arte, si sta muovendo nelle sue opere più recenti, al confine tra figurativismo e metafisica, privilegiando pittura a olio e grafica.


Giuliano Soragni - "Di connotazione fantastica è la pittura di Giuliano Soragni che avvera fenomeni di ibridazione tra diversi elementi, riconducibili a cose e figure umane.
Un recupero di immagini, di vivificanti rapporti, che determina spostamenti di significato.
E' la ricognizione immaginativa, per il trasferimento della realtà nella sfera del fantastico, ad offrire all'artista di Casinalbo la possibilità di portare un differente linguaggio, con intrecci che riservano nuove sorprese. Digressioni figurative gli offrono l'occasione per vertiginosi esercizi compositivi che non costituiscono un gioco gratuito, ma la necessità stessa del "raccontare".
La tensione conoscitiva è tale che le immagini, pur caricandosi di una bizzarria di situazioni, non perdono la capacità di rappresentazione, di rimandi al quotidiano.
La conchiglia si offre come "nucleo" fondamentale e necessario criterio di selezione di una particolare iconografia. Pare stabilire con altre forme di esseri animati e inanimati un centro epifanico di relazioni e di rivelazioni simboliche: la solitudine, lo smarrimento, il disagio, il brivido dell'esistenza , l'attesa e l'incontro con altre cose....
Il suo è un attento guardare alla pittura fantastica, surreale. E visibili sono i confessati "debiti" nei confronti dell'opera di Walter Mac Mazzieri. L'artista realizza un linguaggio libero da ogni condizionamento in azzardi di figure che egli anima di tensioni e fughe. Di prodigi."

Michele Fuoco

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