Opere in legno
di

LUCIANO BANDIERI
FRANCO FERRARI
AGNESE GUIDOTTI
MARIO POLETTI

Dal 18 Marzo al 2 Aprile
2017
Inaugurazione Sabato 18 Marzo 2017 alle ore 16


Maria Luisa Simone De Grada



Maria Luisa Simone De Grada
Compagna e moglie del noto Storico d’arte prof. Raffaele De Grada, studia pittura a Venezia poi si diploma  alla Scuola del Castello di Milano; inizia presto a esporre, con mostre personali e collettive per arrivare alla Galleria Cortina (1968) e alla Galleria Diarcon, dove una sua grande opera viene acquisita dalla Presidenza della Tanzania. Dal 1972 la Simone è invitata con mostre personali alla Haus der Kunst di Monaco, ad Augsburg, a Norimberga, a Marburg e, ospite del Ministero della Cultura di Polonia, a Varsavia e a Bidgescz, poi a Toronto, Barcellona, Parigi e Lugano. Nel 1988 Milano le dedica un antologica al Castello Sforzesco e nel 1990 nel Museo di S. Andrea.
Importante esponente dell’arte italiana, costante a partire dagli anni 60 è il suo impegno politico per la cultura, collabora con articoli alla famosa rivista “Realismo”; nel 1974 con un gruppo di artisti ordina alla Biennale di  Venezia una mostra “Gruppo 8 Marzo”, che aprì un importane dibattito critico, poi nel 1984 dà vita ad una serie di mostre intitolate “Città e Campagna” tra le quali quella nel Castello di Vignola (1989).
Hanno apprezzato la sua arte personalità come: Giulio Carlo Argan, Leonardo Borgese, Marco Valsecchi, Alberico Sala, Rossana Bessaglia, Davide Lajolo, Sebastiano Grasso e tanti altri.

….Le varie suggestioni attinte all’amatissimo Gauguin ma pure ad altri post impressionisti, da Matisse e dai Fauves, possono così riassorbirsi in immagini che implicano in primo luogo un atteggiamento di rispetto e di amore per una natura non contaminata, pacifica fonte di vita.
Deriva da qui una forma di impegno per nulla programmaticamente ostentato ma vissuto in profondo e come tale tutt’altro che consueto negli artisti di oggi. (Gian Alberto Dell’Acqua – 1992)



Magda Ceccarelli De Grada (1892-1985), poetessa e scrittrice, ha pubblicato numerose raccolte di liriche. Una scelta delle sue poesie è contenuta nell’antologia “Per quel filo sottile” (Crocetti, 2002). 
Fra le sue opere ricordiamo inoltre “Tanti anni insieme. Appunti per una biografia di Raffaele De Grada” (Ceschina, 1963). Il “Giornale del tempo di guerra” ha vinto il Premio Pieve 2010.
Ed. Il Mulino

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Da Collegara al Salotto del Muratori




Fabrizio Bussotti è nato a Impruneta (Firenze) il 21.09.1949. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze ed ha effettuato mostre collettive ed individuali in ambito toscano e modenese.  A Modena dagli anni ’70 ha svolto la mansione di dirigente di laboratorio di ricerca e sviluppo presso due importanti gruppi ceramici della provincia. Vive a Modena dove si dedica alla pittura e alla ceramica Raku.

Enrico Manelli è nato a Modena nel 1946. Diplomato in Scenografia presso l’Accademia Belle Arti di Bologna dove insegna la stessa disciplina ininterrottamente dal 1968 al 2008, come scenografo e pittore svolge attività professionale e espositiva dal 1967, ideando e realizzando allestimenti teatrali e espositivi in Italia e all'estero, per :Teatri Stabili, Enti Lirici, gruppi musicali, Pinacoteche Nazionali, industrie, firma scenografie per il cinema e trasmissioni televisive per RAI 2 e RAI 3, conseguendo numerosi riconoscimenti e premi nelle varie discipline, collabora e progetta spettacoli con vari gruppi teatrali italiani e con le formazioni sperimentali in seno all'Istituto di Studi Musicali e Teatrali dell'Università diBologna.
Fonda numerosi collettivi di studenti dell’Accademia, realizzando con loro numerosi allestimenti scenografici e espositivi, esperienze che lo porteranno a fondare nel 1995 la Cattedra di Scenografia per il  Melodramma in collaborazione col Teatro Bonci e il Conservatorio B.Maderna in Cesena.
  
Stefano Rambaldi è nato nel 1945 a Bologna, dove vive e lavora .Dopo un lungo apprendistato in cui si è confrontato con le maggiori correnti dell'arte contemporanea  e aver sperimentato per oltre vent'anni materiali e tecniche, è approdato ad una  personalissima sintesi fra colori e suggestioni di una materia primordiale carica di segni e visioni.             Il suo lavoro, sia in pittura che in scultura, attualmente procede verso un'immagine aniconica in equilibrio tra piacere della rovina e fascino del restauro, inteso come ulteriore scrittura dove si possono incontrare aspetti formali e cromatici che coniugano culture lontane.

Amir Sharifpour Nato in Iran nel 1966, risiede in Italia dal 1998.
Si  è Laureato in scenografia nel 1997, presso la facoltà di arte drammatiche dell’università di Tehran (Iran). Diplomato nel 2001 in corso di Arte della Maschera presso il Centro Maschere e strutture gestuali di  Abano terme diretto da Donato Sartori.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, indirizzo Scenografia nel 2004.
Parallelamente ai corsi accademici di scenografia , ha sviluppato i suoi studi e attività artistica nell’ambito della scultura e le maschere teatrale
www.artmelograno.com  E-mail: amirsharifpour14@gmail.com


Sima Shafti, nata in Iran nel 1966. Si è laureata in comunicazione visiva all’università di Belle Arti di Tehran . Dal 1998 si è trasferita in Italia e ha frequentato il corso di Pittura di Concetto Pozzati all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Vincitrice del premio Zucchelli dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione pittura, nel 2003 e 2004.
La sua esperienza artistica si è svolta essenzialmente nell’ambito di grafica, pittura e installazione.
Vive e lavora a Ferrara.
www.artmelograno.com simashafti@gmail.com 


Paolo Sighinolfi, nato a Nonantola (Mo) nel 1943. Si è diplomato all’istituto d’arte “ A .Venturi “ di Modena nel 1962. Inizia ad esporre l’anno successivo; frattanto inizia la carriera di insegnante nelle scuole secondarie.  A partire dagli anni “80, è stato presente in numerose rassegne artistiche e simposi di scultura su pietra anche a livello nazionale. Nel 1990 realizza un grande monolite destinato al “ Memorial S.Giulia-sculture per la resistenza” a Monchio di Palagano. Tra le diverse opere pubbliche, ha realizzato anche una copia in dimensioni ridotte della “Madonna di Piazza” di A.Begarelli per il Museo Civico di Modena nel contesto del progetto ” Omero “ opere per i non vedenti . Vive e lavora a Modena.

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"ACQUA TERRA VETRO"


Emanuela Frassinella 
L’ acquerellista bolognese ha alle spalle studi al Dams (Arte e Spettacolo), formazione che le ha permesso di frequentare il mondo della recitazione, scenografia, arte, musica, ed oggi infatti Emanuela Frassinella si dedica alla sua grande passione per l’acquerello che fa conoscere ed insegna attraverso corsi ma anche con le sue performances di live painting che porta in giro per mostre ed eventi artistici.
Nell’acquerello ha riconosciuto la tecnica più congeniale per raffigurare la bellezza delicata e fugace della natura nell’immediato momento in cui vive l’emozione di osservarla, per fissarla lì, per sempre, in un foglio di carta, con un pennello che scorre, liquido, di leggeri colori.
(Testo di Anna Rita Delucca-Copyright)

Mi sono innamorata dell'acquerello, fluido, trasparente, luminoso, delicato e intenso, immediato e spontaneo che mi ha trafitto cuore e mente.
Il bianco bruciante di una lama di luce apre uno squarcio tridimensionale che mi risucchia e tutti i giorni dipingo, estraniata e felice, è puro piacere.

Sono stata socia di AI Associazione Autori di Immagini e ho costituito nel 2011 DADATELIER laboratorio permanente d'arte con sede a Bologna, nell'ambito del quale svolgo attività culturali.
Nel mio percorso espositivo si contano tante mostre collettive e personali, tante belle esperienze da ricordare … Ma ora sono qua a Vignola a “Il Salotto di L. A. Muratori” con Annalisa e Lucia per un'altra esperienza sicuramente indimenticabile.
Acqua il mio tema, vele bianche sospinte dai vapori acquei, lontane e vicine, vele parlanti e vele silenti.
(Emanuela Frassinella)


Annalisa Donini 
Sono nata a Vicenza e da 20 anni vivo a Vignola. Insegno nella scuola primaria a insieme alla mia famiglia gestisco un agriturismo. Sono attratta da tutte le espressioni artistiche. Ho frequentato l’istituto magistrale sperimentale ad indirizzo artistico e, dopo varie esperienze, ho trovato nell’acquerello il mio mezzo espressivo. Ben rappresenta la mia indole: vi ritrovo leggerezza, libertà e immediatezza. 
Da diversi anni frequento anche gli stage  del maestro Sandro Marinacci di scultura su pietra leccese a Otranto. Scolpire la pietra e giocare con il colore sono esperienze coinvolgenti, esperienze che mi fortificano. 
Da tre anni ho intrapreso un percorso di studio con Lucia guidato da Emanuela, percorso in cui sperimento, imparo e mi diverto.
Il mio tema è la Terra:
Terra. Madre Terra. Generosa, ci nutre con i suoi frutti e riscalda l’anima con i suoi colori.


Lucia Mescoli
Mi piace lasciare che la mente corra con il colore sull’acqua e sorprendermi con le forme che nascono. Usare il pennello non è la mia professione: sono insegnante alle scuole medie di Vignola, paese in cui sono nata nel 1965 e da sempre vivo. La mia famiglia mi ha sinta a cercare ovunque il bello e a nutrire la sensibilità che da loro ho ereditato. Incontrare Emanuela Frassinella e vederla giocare con acqua e colori è stato determinante per crescere nell’utilizzo della tecnica dell’acquerello.                                                           
Vetro è il mio tema, la trasparenza di un fiasco opaco, lo scintillio di una goccia di pioggia, la madreperla di una conchiglia impolverata, il luccicare di una vecchia collana, il riflesso di una sveglia arrugginita. Luce che si impiglia e si ferma sul tempo che corre.

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Dipinti di Carlo Annovazzi e Albano Lanzotti


Carlo Annovazzi, nato nel 1940, vive e lavora a Modena.
Le sue tele sono toccanti interpretazioni del paesaggio, in un calibrato impianto compositivo.
Il felice equilibrio è dato da raffinatezza stilistica e da spontaneità espressiva.
Egli, seguendo il filone di schietta tradizione figurativa, vivifica i suoi oli, con una ricerca
compositiva delicata, lirica, fluente. Le sue sono opere chiare, lucide, trasparenti, con
un’attenta definizione delle cose ed un’altrettanta acuta analisi psicologica dell’uomo.
Osserverebbe un celebre critico: “(I dipinti) sono scorrevoli senza essere molli; vivi senza
essere crudi; dolci ma non sbiaditi; fermi senza essere né duri né rigidi”.
Il cielo, gli edifici, le strade, la campagna, gli alberi sono freschi, efficaci e potentemente
espressivi per trame di luce dorata e per riflessi caldi che sono il risultato delle vive e
sapienti pennellate dell’artista. Mediante una pittura chiara, ben congegnata, indaga
entusiasticamente la realtà, senza eccessivamente indugiare nei suoi aspetti esteriori.
Albano Lanzotti vive e lavora a Modena. Allievo del prof. Erio Baracchi, ha al suo attivo
numerose mostre, personali e collettive, e prestigiosi riconoscimenti 
(premio speciale “Domus”
(1979); “Tavolozza d’argento” (edizioni n. 28 e 29: rispettivamente 2° Premio Colore e
Medaglia d’argento).


E’ schiettamente onirica la pittura di Albano Lanzotti. Gli elementi fantastici trovano radici
in certi aspetti della realtà che si offrono come memoria di storie e fatti insoliti.
Nelle opere si crea una sorta di osmosi tra visibile e visionario, si affronta il problema del
potere espresso dall’uovo che sta per essere rotto; la vanità femminile che si riflette nelle
dive di un giornale; la precarietà della vita rappresentata da creature capovolte; il sogno
di una fanciulla di abitare in un castello (di carta); la “no fly zone” con Icaro che vola
troppo in alto, bruciandosi le ali. Il modenese non rinuncia ad una sottile ironia, presentando
le tre Grazie incinte, la scuola di fantasia, con uomini alati.
Di dimensione naive sono le quattro stagioni con la presenza di figure, dall’adolescenza

alla vecchiaia. L’opera è di estrema pulizia, accattivante.



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Dipinti di Paolo Bernardi e Sandra Finardi

Paolo Bernardi, pittore di Vignola è autodidatta. 
Si  è affermato negli ultimi anni partecipando prevalentemente ad eventi artistici su Facebook dove recentemente si è classificato tra i primissimi, su 15000 iscritti, alla Biennale Internazionale d’arte su Fb, curata da Giorgio Grasso, primo collaboratore di Vittorio Sgarbi, ottenendo in premio mostre a Milano, in ambito Expo e in altre città d’Italia. 
Nel 2014 gli è stato attribuito il Diploma d’Onore Premio città di New York con la seguente motivazione: “ per i colori scelti con grande maestria e per la realizzazione di soggetti che, nell’insieme delle composizioni esaltano la bellezza. 
Una pittura di forte impatto visivo.”

“Osservando con attenzione i manufatti dell’artista vignolese Paolo Bernardi ho riscontrato un certo garbo del colore e notevole capacità nella tecnica sperimentale adottata. La ricerca creativa merita considerazione e interesse per qualità della struttura compositiva e raffinata letteratura del segno. L’astratto dialoga con il vero in una visione onirica che ricorda per libertà di espressione il grande H. Rousseau il Doganiere. Il tutto è presentato con una veste colta e di
naturale armonia sulle cose. Geometrie euclidee e slanci formali che ricordano le ceramiche Persiane o gli intarsi marmorei Siriani. Ecco: l’icona ornamentale si fa carne in un percorso di micro storie, dall’antico al contemporaneo, come “nuove pagine” di un prezioso libro miniato della memoria. 
La luce policromatica dipinta al rovescio dall’artista sembra “danzare” riflettendo nei zigrini della plastica di supporto, in un gioco di equilibri e arabeschi decorativi. 
La natura è simbolo prevalente di un contatto intimo con l’anima dell’autore che si traduce in verso poetico, respiro, 
in battito d’ali. La luce metafisica surreale-astratta di Bernardi può essere accostata ad una bellissima frase di Lev Tolstoj che dice: “Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza
della vita è composta d’ombra e di luce”.
Danilo Giusino, esperto e critico d’arte


Sandra Finardi è diplomata all’istituto d’arte Venturi di Modena. Ha lavorato in studi di decoro
e in ceramica come responsabile di laboratorio. 
Negli anni ha sempre usato la sua vena creativa usando il pennello per dipingere stoffe, decori su vetro, ceramica...
Coi colori ad olio ha scoperto un mondo magico che le ha permesso di esprimere i suoi sentimenti. 
Ha una predilezione per la pittura dell’Ottocento, dalla quale, con uno studio approfondito degli artisti italiani, russi, tedeschi... attraverso le ombre, i colpi di luce, sfumature
e profondita ha tratto quell’insegnamento che con una vena di fantasia e romanticismo riesce magicamente a trasmettere nei suoi quadri.

Ha partecipato a diverse mostre a livello nazionale ottenendo lusinghiere soddisfazioni

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Mostra "Gli Eventi"


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Collettiva "I soci"


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"HOLLIWOODLAND" di Roberto Baldazzini e Michele Masiero

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Sculture e dipinti di Giancarlo Lei



GianCarlo Lei è nato a Modena, dove vive e lavora.
Negli anni più recenti è stato presente nelle grandi fiere internazionali dell’arte. Le sue mostre personali hanno cercato, attraverso scelte rigorose, il pubblico dei collezionisti che meglio potesse avvertire lo sforzo e l’impegno nella maturazione della propria espressione artistica, sia pittorica che scultorea. L’opera di GianCarlo Lei è stata sostenuta da importanti critici italiani, fra i quali Marcello Venturoli, Tommaso Paloscia, Carlo Franza, Paolo Levi, Michele Fuoco e Ferruccio Veronesi.


“La scultura di GianCarlo Lei nasce, dopo la pittura, come linguaggio di ulteriore purificazione delle forme, desiderio di novità e insofferenza nei confronti di modelli tradizionali.
E’ la densità di significato al centro degli interessi dell’artista modenese, attraverso intriganti elementi che sostengono un’analisi, un gioco di relazioni e segrete identità.

Si afferma un’idea di scultura più coerente con la caducità della natura umana che un linguaggio trasgressivo porta a scavi abissali, fino alle radici del senso dell’esistere.
La scelta della scultura, che l’artista ha fatto da qualche anno, vuole significare ricchezza nella disposizione ad indagare una realtà più varia, emozionanante ed immaginosa, attraverso una materia, come la plastica, che rivela splendide risorse costruttive, conservate anche quando essa viene “tradotta” in bronzo.” L’artista punta diritto ad una costruzione libera ed immediata per esprimere, con naturalezza inquietante, la vita urgente ed esplosiva dell’uomo e delle cose. E’ una costante ricerca all’interno della materia piegata a nuovi significati, ad arguzie narrative, facendo acquistare alla scultura, nella resa di una diversa bellezza, slanci creativi e una sua irripetibile individualità.

                                                                                                                Michele Fuoco

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Acquerelli di Lorena Ghizzoni



Lorena Ghizzoni dipinge ad acquerello da sempre.
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Bologna si è occupata di grafica e pubblicità per anni. E’ seguito un lungo periodo di insegnamento, durante il quale ha studiato e approfondito l’acquerello, tecnica preferita sin dagli anni scolastici e spesso utilizzata anche nei settori in cui ha operato.


‘’SFUMATURE ED EMOZIONI’’

La bellezza può fissarsi in un velo di colore. Questo è l’acquerello ...
Della cittadina di Vignola, in particolare di scorci, vedute, dettagli, Lorena Ghizzoni, apprezza le caratteristiche stilistiche, e con una tavolozza di colori TRASPARENTI, a volte delicati a volte squillanti, riesce a catturarne le atmosfere.
La rappresentazione che si percepisce NATURALE, quasi casuale, in realtà è il frutto di un’attenta osservazione, per focalizzare l’essenza di ciò che si appresta a ritrarre.
Gli SCORCI e le VEDUTE a cui è dedicata una sezione della mostra, non sono solo l’immagine riprodotta di ciò che rappresentano, ma attraverso le trasparenze e le sfumature, comunicano all’osservatore la forte emozione che solo un’attenta indagine puo’ suscitare ...
E’ col sapiente uso della macchia di colore, delle leggere sovrapposizioni e delle volute sbavature che l’artista riesce a comunicare l’emozione dell’attimo e a rendere partecipe l’osservatore della medesima avvolgente commozione. Il tema del FLOREALE, a cui l’artista dedica alcune opere presenti in mostra, più di ogni altro, permette la ricerca della trasparenza: i colori quasi incredibilmente creano sfumature e rilasciano emozioni ... La luce esce prepotente dalle zone bianche del foglio come il respiro dopo una lunga apnea, ed esalta la stesura dei colori adiacenti. Il colore non mente, attraverso le sfumature esso è in grado di svelare le emozioni dell’artista e renderne partecipe coloro che osservano ...

Mostre personali e collettive:
2007  Mostra personale presso Galleria Metamorfosi di Reggio
2009  Mostra personale ad Ossana (TN)
2009  Mostra personale galleria ABITART , Carpi
2010  Mostra personale Spazio espositivo Capo Testa, (SS)
2010  Mostra personale Archivio di Stato Pescia,(PT) – 
2010  Mostra personale Biblioteca di Suzzara (MN)
2011  Mostra personale Galleria Vista, Roma
2011 Mostra personale Comune di Rumo (TN)
2012  Collettiva ‘donne che fanno acquerello’ Carpi
2013  Personale ‘Noi, tra luce e notturni’ Correggio R.E.
2013  Collettiva “...all’ombra di mille papaveri  rossi..” Carpi -
2013  Personale ‘Gocce di Emozioni’ Pellizzano TN
2013  è presente ad ARTEFIERA di R.E. – 
2014  Mostra personale “All'ombra di mille papaveri  rossi...” Carpi
2014  Mostra personale Terme di Peio Tn
2015  Mostra collettiva   “Paradisino”   Modena





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"Sguardi interiori" - Dipinti di Elisabetta Arletti



Elisabetta Arletti nasce a Modena nel 1959. Nella stessa città compie studi prima scientifici, e in seguito, in un età più matura, artistici e si diploma all’Istituto d’arte Venturi di Modena.
Da tempo si interessa di teatro e di danza. Segue una passione Elisabetta, già adolescente si dedica alla pittura e proprio perché sorretta da moti interiori, la sua ricerca si sviluppa negli anni. Inizialmente sembra appassionarsi principalmente al paesaggio, vi cerca suggestioni cromatiche eleganti utilizzando colori talvolta tonali e talvolta stridenti.

Sperimenta Elisabetta, vive la pittura con un impatto sempre emotivo.
L’inconscio di Elisabetta trattiene rabbia e coinvolgendoli verso l’espressione artistica, lei non vuole, e non può, dare risposte. Ne è consapevole con la lucidità di chi affronta giorno per giorno la realtà quotidiana, fatta di piccoli gesti necessari al vivere ed al sopravvivere comune.....

Nella figura umana rappresentata secondo gli stilemi della sensibilità contemporanea, Lei ci presenta il risultato di una possibile meditazione sull’uomo allo scopo di riallacciare i fili della relazione esistenziale. Indaga la cifra simbolica dei gesti e, sopratutto, di quelli allusi o addirittura negati, con corpi in pose contorte, racchiuse, in atteggiamenti amplificati per far risaltare l’essere come icona, ma sempre carica di sensualità innata.
Le sue figure monologanti, urlanti o silenziose e drammaticamente fissate nell’intensità della propria evidenza, da un lato comunicano il senso del dolore umano, fisico e psicologico, dall’altro tradiscono l’utopistica, più che mai attuale, volontà di sconfiggere il dolore e l’ingiustizia.

                                                Prof.ssa Rita Coppola


Mostre personali e collettive:
2000 - “I sentieri dell’arte”
2000/2005 - Fierarte Reggio Emilia
2003 - “Congiunzioni”
2003 - “Effetto armonico” Galleria Il Punto di Bologna
2003 - “Armonie: linee e colore” Galleria di Arte Contemporanea Piombino 2005 - “Insoliti”
2005 - “Voci di corridoio” Palazzo Ducale Revere (MN)
2006 - “Bianco Nero e Colore”
2007 - “Metamorfosi” Corte Ospitale Rubiera (RE)
2008 - “Oltre le parole”
2009 - “Niente in Comune” 

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Acquerelli di Roberto Ramponi




Roberto Ramponi nasce a San Giovanni in Persiceto (BO) nel 1958.
Frequenta il Liceo Artistico di Bologna, lavorando prevalentemente sull’iperrealismo sotto la direzione di Piero Manai. Dopo aver conseguito la maturità artistica frequenta per alcuni anni la facoltà di architettura a Firenze. Dal 1980 lavora come disegnatore progettista presso il Comune di San Giovanni in Persiceto. Collabora al progetto di restauro del Teatro settecentesco “Politeama” e alla ristrutturazione del Palazzo Comunale.
Sul finire degli anni ’70 riprende l’acquerello, che diviene subito la sua tecnica d’elezione. 


Mostre personali:
1991 - “Dedicata a Rino” allo storico palazzo S. Salvatore di S. Giov. Persiceto
2008 - Palazzo della Partecipanza - S. Giov. Persiceto
2011 - “Melanconia e incanto”
2014 - “Sguardi” - Palazzo Piella di Castelfranco Emilia.
2014 - “Acquerellando” - Crespellano (BO)



L’impatto visivo che lo spettatore ha di fronte agli acquerelli di Roberto Ramponi è stupefacente: si prova un iniziale disorientamento, perché nulla, nelle sue opere, ci ricorda la delicatezza propria di questa tecnica pittorica evanescente e spesso aggraziata o leziosa, ma subito dopo si è affascinati dalla forza sia dei soggetti che dall’uso che l’Artista fa dei colori e delle pennellate. Colpisce l’intensità emotiva sia dei volti dei personaggi ma anche degli animali o delle cose semplici come una seggiola impagliata, un cesto od una zampogna.
Ogni cosa è trattata con un incredibile intensità ed equilibrio, visibili sia nei gesti delle persone, colti in un attimo che sembra sospeso in un tempo immobile, o negli sguardi intensi ed espressivi che mettono a nudo i sentimenti.
Ramponi è padrone di una tecnica apparentemente semplice e spontanea, ma il suo è un acquerello che nulla lascia al caso o all’improvvisazione, è un acquerello “colto” che conosce non solo la lezione dei grandi maestri dell’Ottocento da Fattori, a De Nittis e Boldini, ma anche quella più recente, ma non meno importante, dei maestri in questa tecnica quali Hugo Pratt e Sergio Toppi.

E’ difficile staccare lo sguardo dalle sue opere e più le si guardano e più si apprezza la sua profonda conoscenza del disegno e la maestria nell’arte delle velature; non vi è un solo punto della sua opera che non sia in equilibrio ed in contrasto cromatico con il punto vicino, e nessuna singola pennellata che non sia data conoscendone a priori effetto finale sulla carta e sui colori e toni delle pennellate vicine.
Questo gioco di luci ed ombre, di toni, mezzitoni e contrasti contribuisce a rendere la sua opera un personalissimo capolavoro di equilibrio ed è ciò che disorienta ed affascina lo spettatore.
                                                 Massimo Bazzani 
                                                                                             

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Dipinti di Carla Iacoli e Moreno Ferrari



Carla Iacoli, nata sulle colline vignolesi ha sempre coltivato la passione per i fiori, e da questa sua passione è nato il desiderio di dipingere le rose da lei stessa coltivate provandosi in molte tecniche.
Più di recente, sotto la guida dei Proff. Ciro Cetara e Marco Grimandi, si è dedicata alla pittura ad olio, sviluppando un personale linguaggio figurativo che ben rappresenta la sua passione per la natura, gli animali, ma, in particolare per i suoi fiori.

Fa parte degli Amici dell’Arte di Vignola, e ha partecipato a numerose collettive e concorsi ottenendo importanti riconoscimenti.


Moreno Ferrari è nato a Levizzano R. nel 1956. Comincia la sua ricerca artistica negli anni ottanta sperimentando da autodidatta varie tecniche per poi approdare alla pittura a olio.
Dopo uno studio dei maestri eseguito attraverso le copie delle loro opere per apprenderne le tecniche e i materiali, si è evoluto verso uno stile personale con cui esprimere un proprio discorso emotivo.

Si è dedicato al restauro di ville antiche per vari anni, per poi riprendere in mano il pennello con cui mescolare i colori sulla tela per esprimere un proprio mondo interiore. 

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Dipinti di Giovanni Neri


Giovanni Neri è nato a Bologna l’11 Dicembre 1951. Vive a Vignola e ha lo studio in Valsamoggia frazione Chiesa Nuova di Crespellano.
E’ autodidatta. Dipinge prevalentemente su cartoncino e carta usando diverse tecniche (Matite colorate, pastelli, acquerelli, acrilici, tempera, gessetti, china e sanguigna). Realizza anche monotipi e puntesecche.


“Sempre dal carattere ombroso e dai colori violenti i suoi dipinti, soprattutto quando affronta il tema dei volti: sembra di vedere immagini del neoralismo tedesco grazie a quei tratti e quell’espressione “forte” che Giovanni Neri riesce a trasportare sulla tela. Visi segnati dalla paura, dagli occhi allucinati e l’espressione stranita, giocato con colori vivi e caldi, come ad indicare la girandola di emozioni da cui il soggetto è visitato.
Non meno incisive le sue nature morte e i suoi paesaggi, sempre estremi, in cui si riscontra ancora la predominanza di colori accesi, colori della vita e del calore, che può accendersi, trasformarsi in rosso fino al fuoco.
Pittura calda, quella di Neri, alla base della quale si legge la passione, per l’arte come per l’esistenza e le persone, per la natura e per il suo mistero. Perchè dipingere è vivere, respirare, cercare di spiegarsi l’inspiegabile.”

Da Art Journal, Micaela Turro 

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