Opere in legno
di

LUCIANO BANDIERI
FRANCO FERRARI
AGNESE GUIDOTTI
MARIO POLETTI

Dal 18 Marzo al 2 Aprile
2017
Inaugurazione Sabato 18 Marzo 2017 alle ore 16


Dipinti di Giorgio Sebastiano Giusti






Giorgio Sebastiano Giusti nasce nel 1946 a Pavullo nel Frignano. Si è dedicato totalmente alla pittura dal 1973. La prima personale è nel 1971 alla Galleria “Tre Corone” di Carpi. Seguiranno altre mostre a Modena, Concordia, Bologna, Parma, Milano (Galleria Cortina), Pavullo (Castello Montecuccoli), Crevalcore, Mirandola. Nel 1996 la sua opera viene ospitata nel Palazzo Ducale di Pavullo. Vi ritorna 13 anni dopo, con una importante mostra, a cura di Vittorio Sgarbi. Numerose le collettive.

“Qualche anno fa mi convinsi che il Surrealismo, che in Italia si è manifestato in modi molto contenuti, ha avuto il suo territorio privilegiato in quella che oggi si chiama Padanìa…. Oggi mi trovo a ragionare  di Giorgio Sebastiano Giusti e della sua pittura anomala, bizzarra, capricciosa, fantasiosa, notturna, onirica, e profondamente padana. Tutti i suoi sogni sono davanti a noi senza furbizie o malizie, senza pudore, senza paura. La definizione critica più prossima all’opera di Giusti è di Sebastiano Grasso: “I dipinti di Giusti sono una commistione tra gusto e tematica contadina con in più una forte tendenza espressionista di marca nordica, attratta dal pauroso e dall’orrido. Il colore è livido. Mentre il manierismo del disegno serve a incidere figure, di uomini e di animali, in una specie di apocalisse”. Vi si approssima Michele Fuoco, scrivendo di Giusti: “la sua pittura dai toni cupi e sanguigni, alla quale si vuole attribuire aspetti di favola di pulsante visionarietà, ha piuttosto di carattere sociale, di epica popolare”. In realtà né Grasso né Fuoco hanno avvertito fino in fondo che per Giusti è necessario un rapporto con la terra, con il mondo contadino, con la nebbia, le strade polverose, le sedie di paglia, la neve sulle colline, la luna, tutto quello che ha visto stando a Pavullo nel Frignano, muovendosi tra la collina e la montagna…
Le visioni di Giusti non hanno limite e cercano di esprimersi attraverso una pittura selvaggia, cruda, ossessionata. C’è qualcosa di inevitabile, di necessario in questa elaborazione così varia e continua di sogni. Tutto il mondo è nel vasto territorio del Pavullo: contadini, maghi, saltimbanchi, streghe, cavalieri, che non sanno bene se abitare nella realtà o nel sogno. E anche Giusti non lo sa. Per questo è in una condizione di perenne instabilità, come chi sognando crede di vivere una esperienza reale o, vivendola, per entusiasmo e felicità, di sognarla.”
                                       Vittorio Sgarbi               

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